non so voi ma io condivido a pieno...

APPELLO PER LA MANIFESTAZIONE A POTENZA VENERDI 9 NOVEMBRE IN OCCASIONE DELLO SCIOPERO GENERALE/GENERALIZZATO

Lo sciopero del prossimo 9 Novembre, indetto a livello nazionale dal cartello delle organizzazioni sindacali di base ed indipendenti; da numerose associazioni politiche e culturali, dai coordinamenti di lotta territoriali e dei centri sociali, dalle aree critiche della sinistra politica e sindacale,
tende a coinvolgere attivamente tutti i settori del Pubblico Impiego e del Privato, le lavoratrici ed i lavoratori precari, i pensionati, i disoccupati, i coordinamenti degli studenti universitari e delle scuole secondarie superiori contro gli effetti e le prospettive neoliberiste messe in campo dall’attuale Esecutivo.

Le parole d’ordine concordate riguardano infatti la necessità di lottare
per cancellare il Protocollo del 23 Luglio 2007 sul Welfare, che distrugge le pensioni e favorisce la diffusione e la cristallizzazione della precarietà nei rapporti di lavoro;
per abrogare la Legge 30 di Maroni ed il “pacco” di Treu ed affermare il diritto al futuro per le giovani generazioni;
per conquistare la pienezza del concreto diritto di cittadinanza con accesso ad un lavoro stabile, tutelato ed in sicurezza, con affermazione del diritto universale di accesso al reddito ed estesi ed esigibili servizi sociali
per salari europei (a pari lavoro devono corrispondere pari salari!) ed inversione della tendenza all’allungamento della giornata lavorativa sociale, respingendo al contempo le penalizzanti logiche concertative ed il tentativo di trasformare i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro da biennali in triennali ed esigendo la restituzione del maltolto ai/lle lavoratori/trici;
per affermare la cultura della solidarietà internazionalista tra migranti e stanziali attraverso la parità dei diritti lavorativi e sociali, contro le crescenti politiche repressive e securitarie;
per la difesa del TFR e delle pensioni pubbliche e private dalla trappola dei Fondi privati;
per la difesa ed il potenziamento del carattere pubblico dei servizi e dei beni comuni (previdenza, scuola, sanità, trasporti, energia, comunicazioni, casa, acqua, energia, ambiente);
contro la politica economica e sociale affermata nei recenti provvedimenti e nella bozza di Legge Finanziaria che persevera nella logica dei tagli e delle regalie di miliardi di Euro ai padroni ed alle scuole private;
per il ritiro delle truppe italiane dai fronti di guerra, la chiusura delle basi Usa e Nato, per il taglio drastico delle spese militari;
contro il monopolio dei diritti sindacali esercitato da Cgil-Cisl-Uil e per l’affermazione degli elementari diritti di democrazia sui luoghi di lavoro per tutti/e i/le lavoratori/trici, per i Cobas e per tutte le organizzazioni sindacali.

Nel silenzio stampa esercitato dalle maggiori testate del paese, in questi giorni il “Manifesto” e “Liberazione” stanno pubblicando la manchette a pagamento della Confederazione Cobas, che informa su alcuni dei principali appuntamenti per le mobilitazioni provinciali e/o regionali del 9 Novembre, tra cui la manifestazione/presidio a Potenza,
di fronte agli uffici della Regione Basilicata in via Anzio, a partire dalle ore 9,30.
E’ prevista nel corso della mattinata un incontro tra l’assessore regionale a Formazione/Lavoro, il presidente della Giunta Regionale e delegazioni e rappresentanti di lavoratori/trici precari/ie; cococo, ex Lsu, degli enti locali e dei comuni lucani che da anni reclamano il diritto alla stabilizzazione del rapporto di lavoro ed al reddito.
Che tutti/e i/le precari/ie si incontrino per rivendicare, al di là del diverso bacino di sfruttamento quotidiano e/o intermittente (telecomunicazioni, enti locali, sanità, scuola, piccole e grandi aziende), insieme ai futuri precari/lavoratori/disoccupati (studenti e studentesse); insieme ai dipendenti “a tempo indeterminato” che lottano contro la sottrazione dei diritti e condizioni di autoritarismo disciplinare crescenti, per pari diritti e pari dignità di cittadinanza!
La specificità della situazione di crisi politico/economica/ e culturale che attualmente vive la Basilicata richiede un inevitabile momento di confronto con i responsabili dell’esecutivo regionale, che deve essere “stanato” rispetto alle principali nuove emergenze, che costituiscono nel rapporto tra loro un quadro di forte interdipendenza.

1) EMERGENZA POVERTA’ E SPOPOLAMENTO
Circa 1/3 della popolazione lucana oscilla dal di sotto al limite della soglia ufficiale di povertà; la diffusione eccessiva di forme di lavoro nero e precario ed il numero crescente delle dismissioni aziendali, sommata alla difficoltà di prospettive di lavoro, genera un esodo strutturale che impoverisce e dissangua di energie e di intelligenze la nostra Regione da anni.
E’ necessaria un’inversione di rotta fondata sull’elaborazione socialmente partecipata di una coerente politica economica regionale svincolata dall’illusoria e dannosa politica delle royalties, che avvelena il territorio, corrompe i ceti amministrativi, subordina ai diktat strumentali delle lobbies petrolifere (vedi richiesta di utilizzo del 64% del territorio regionale per perforazioni).
Di fronte al fallimento dell’esperimento della Legge di “Cittadinanza Solidale” (come da anni denunziato, alla fine è il sistema di formazione a beneficiarne, non chi ha necessità di lavoro e di reddito), la competente IV Commissione Regionale deve considerare le proposte avanzate nell’audizione con i fautori della proposta di legge di iniziativa popolare sostenuta da migliaia di firme di cittadine e di cittadini lucane/i.

2) EMERGENZA SICUREZZA
A fronte del numero crescente di morti ed incidenti sul lavoro (i nostri amministratori sanno benissimo quante migliaia di infortuni vengono mascherati dietro i permessi per malattia...) l’esecutivo regionale deve emanare in tempi rapidi un deciso atto di indirizzo a tutela delle condizioni e della sicurezza in tutti i posti di lavoro, in grado di rafforzare numero e qualità delle ispezioni, con modalità affidabili ed in grado di far superare e garantire i timori di chi teme il ricatto della perdita del posto di lavoro.

3) EMERGENZA DIRITTI E LEGALITA’
Se è vero che sulla soglia della fabbrica muore la cultura, bisogna pur pretendere che con essa non muoia anche il diritto!
Le ignobili vicende di criminalizzazione di operai e rappresentanti sindacali alla Fiat/Sata di Melfi che sono sotto gli occhi di tutti in questi giorni vengono rappresentate in un voieristico tam-tam mediatico come diretta conseguenza della lotta della straordinaria lotta dei 21 giorni della primavera del 2004. Si criminalizza la lotta operaia e si accetta come atto dovuto il licenziamento degli operai indagati. Il recente licenziamento di un neoeletto delegato RSU nella stessa azienda, in questo clima “facilitato”, viene licenziato con telegramma perchè distribuendo volantini ai cancelli della fabbrica aveva un alterco con una figura gerarchica di reparto.
Dov’è il rispetto dello Statuto dei Lavoratori? Fino a quando dovremo subire la sospensione dei fondamentali diritti costituzionali nelle aziende che operano sulla nostra terra?
Quali sono, a maggior ragione in un momento di grande focalizzazione mediatica e giuridico/politica costituito dalle grandi inchieste in atto sull’intreccio affari/politica/magistratura, le azioni ed i provvedimenti che l’esecutivo regionale intende prendere per superare concretamente queste odiose forme di sospensione del diritto e della legalità?

4) EMERGENZA BENI COMUNI, ISTRUZIONE E FORMAZIONE
La vendita della titolarità allo sfruttamento di importanti sorgenti delle pregiate acque minerali del Vulture alla “Coca Cola Ellenica” rappresenta solo il punto più visibile di un percorso fatto di privatizzazioni e di conferimento di cariche politico/amministrative del relativo ente di gestione “s.p.a.”.
La privatizzazione dell’acqua, dell’energia, della sanità, dei trasporti, lungi dal dimostrare l’atteso esito in termini di minor costo e migliore fruibilità e qualità del prodotto e dei servizi, demolisce la centralità del/lla cittadino/a, trasformato/a in passivo/a azionista forzato senza voce.
In Basilicata, che è terra di potenziale laboratorio di sperimentazione della pratica condivisa e democraticamente partecipata sull’uso non alienato delle risorse, è di evidenza abnorme il rapporto inversamente proporzionale tra espropriazione delle risorse e partecipazione.
Paradigma trasversale del rapporto privatizzazione/espropriazione è inoltre il sistema formativo, detto “sistema formativo integrato” regionale, frutto avvelenato della passata controriforma Moratti ; che nel concreto operare delle forme dell’apprendistato e della L. 30 di Maroni; nell’enfasi che ad esso affidano l’attuale ministro Fioroni con i rifinanziamenti triennali (v. L. Finanziaria 2006 e per ruolo arrtt. 50 e 51 dell’attuale bozza), che per la sua presenza ubiquitaria (alternanza scuola-lavoro, formazione regionale, regolazione stages aziendali, “Cittadinanza Solidale”, riconversione, apprendistato) ed anche in virtù dei rapporti strutturali con enti ed Università, sguscia da per tutto onnivora, affamata di fondi europei e di spazi e mezzi da erodere alla scuola pubblica, difficile al contempo da ricondurre a piena trasparenza.

SONO QUESTI I CONFINI- AUTORITARI E LIBERISTI- IN CUI CI DOBBIAMO RASSEGNARE A VIVERE?

PER LA RIPRESA DI UN VASTO MOVIMENTO CIVILE E DI CLASSE;
PER AFFERMARE DAL BASSO LA SODDISFAZIONE DEL PRIMO BENE COMUNE, LA SOLIDARIETA’ NELLA LOTTA, ADERISCI E FAI ADERIRE ALLO
SCIOPERO ED ALLA MANIFESTAZIONE DEL 9 NOVEMBRE!!!

Potenza, li 1 Novembre 2007 Francesco Masi

(portavoce della Confederazione Cobas di Basilicata)